realizzazione video: Alessandro Amaducci
liberamente tratto da Illuminazioni di Arthur Rimbaud
le “veggenti”: Francesca Rizzotti, Yara Mavridis, Vanessa Giuliani,
Laura Toffanello, Lorella Galvan, Anna Salza, Nicoletta Polledro, Kiki Jacobsen,
Katia Beltrame
materiale di repertorio: Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
plastici: Paola Risoli
suoni ed elaborazioni delle voci: Giovanni Ramello
musica: Ruggero Tajè, Giovanni Ramello
produzione: Cooperativa 28 Dicembre, Centro Arti Visive Archimede
Segnalato a Videopresenze 1994, 5° classificato a Electronie d’arte e altre scritture 1994, selezionato per la Biennale Giovani Artisti, Lisbona 1994 e Rijeka 1995, trasmesso da RAISAT 1
“Trasformazione video dell’omonimo testo di Arthur Rimbaud. Immagini, testi, suoni e parole scorrono liberamente nello spazio video per tradurre in forme in movimento le “alchimie del verbo” del poeta francese.” (Alessandro Amaducci)
“Il Poeta - scrisse
Rimbaud poeta visionario e simbolista dell’800 - deve farsi “veggente”,
deve costruirsi un’anima mostruosa per cogliere mediante lo “sregolamento”
di tutti i sensi la vera visione della Realtà. E se anche giungesse alla
follia, non avrebbe importanza alcuna, perché ormai egli avrebbe colto
l’assoluto nella sua vera essenza. Illuminazioni è basato su alcune
poesie in prosa di Arthur Rimbaud e vorrebbe essere la summa di tutta la sua
poetica. Non è solo un documentario “poetico”, ma un tentativo
di ricreare visivamente l’immaginario del poeta, visto però da
un’ottica contemporanea. (...) È sicuramente un video dal forte
impatto visivo, simbolista almeno quanto il testo, al quale è strettamente
collegato, ma non solo. I suoni trattati e le voci metalliche terrorizzano forse
più che le immagini e suscitano l’angosciante attesa della morte...
È la Guerra, la prostituta di ogni “tempo degli Assassini”
(quello di Nagasaki è solo un esempio) che a cavalcioni del televisore
sprigiona dal suo ventre la negazione della vita, la “neve” in bilico
tra essere e non essere. (...) L’uomo non conosce Dio ma lo desidera e
danza incerto sui bordi di questo baratro, tra la Devozione (ma probabilmente
per Rimbaud faire la votre devotion significa masturbarsi) e la Distruzione.
(...) Siamo padroni del silenzio che ammanta la terra dopo l’Orgia della
Distruzione? Si direbbe di sì...” (Francesca
Rossini (a cura di), L’occhio infranto, Comune di Bari-Metropolis, pg.
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